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Bounce rate: se il visitatore rimbalza

Feb 23, 2015 | web design

Il bounce rate, in italiano tasso di rimbalzo, è la percentuale di visitatori che entra in un sito e subito se ne va, senza aprire una seconda pagina.

Non sempre chi se ne va ritiene che il sito sia inguardabile o fatto male.

Esiste una quota fisiologica di abbandono sotto la quale non si scende. Il valore di questa quota dipende dal tipo di sito e dai suoi obiettivi.

Il bounce rate spesso è gonfiato dallo spam. Per attivare il filtro seguite le istruzioni del post Lo spam nelle Google Analytics.

La performance del bounce rate

Confrontando i dati che ho trovato in rete con quelli relativi ai siti che gestiamo, questa mi sembra una buona linea guida:

  • Un bounce rate sotto il 40% è eccellente.
  • Tra il 40 e il 50% è buono.
  • Tra il 50 e il 60% siamo nella media.
  • Sopra il 60% è il caso di preoccuparsi, può essere accettabile o deludente a seconda del tipo di sito.

Il bounce rate di blog o siti di news

Se il vostro sito è un blog o un sito di news, un tasso di rimbalzo elevato, anche intorno all’80%, è nella media: i visitatori arrivano, leggono il nuovo post e se ne vanno. Soprattutto se avete tanti visitatori abituali che vi raggiungono dai social media è normale che non cerchino altre informazioni, visto che già vi conoscono.
Se avete inserito banner pubblicitari o spazi Google AdSense per guadagnare con la pubblicità, il fatto che clicchino sui banner ed escano dal vostro sito può essere positivo, dipende dalle vostre priorità. Se non siete soddisfatti rivedete la vostra strategia.
Controllate quanto tempo si fermano sulla pagina. Preoccupatevi se rimangono solo per pochi secondi.

Il bounce rate dei siti aziendali

Per i siti aziendali il discorso è diverso. Tassi di rimbalzo superiori al 60% sono accettabili solo se:

  • il sito ha tanti contenuti ma vende servizi e prodotti solo al mercato locale;
  • il sito ha solo una pagina;
  • il sito ha un gigantesco numero di telefono e le persone appena lo vedono vi contattano (!?).

Chi abbandona il tuo sito?

Se nessuno di questi è il caso del vostro sito, l’analisi dei dati di accesso vi aiuterà a individuare l’origine del problema.

Controllate la differenza tra:

  • il bounce rate dei visitatori nuovi e quello dei visitatori di ritorno;
  • il bounce rate desktop e il bounce rate mobile;
  • il bounce rate in base alla provenienza geografica;
  • il bounce rate in base al canale di acquisizione (referral, motore di ricerca, diretto, social, sponsorizzato).

Fattori critici

  • Mobile: se questo gruppo di visitatori alza la media del rimbalzo, passate al web design responsive o aggiungete una versione ottimizzata per gli smartphone.
  • Provenienza geografica: i visitatori si accorgono subito che siete geograficamente lontani e se ne vanno. Avete pensato all’e-commerce o a servizi online?
  • Referral (link da altri siti): forse non avete filtrato i dati relativi agli accessi dei crawler come ad esempio Semalt. Questi tool automatici che macinano milioni di siti alla ricerca di dati si fermano solo pochi secondi e fanno aumentare sensibilmente il bounce rate, soprattutto se il vostro sito non ha migliaia di visite.
  • Sponsorizzato (campagne AdWords): questo caso è grave, verificate le impostazioni delle vostre campagne, state attirando le persone sbagliate e sprecando i vostri soldi.

Se l’abbandono è trasversale

Se nessuno dei segmenti esaminati è sopra la media, la percentuale di abbandono è elevata ovunque e il tempo di permanenza sulla pagina è mortificante, per trattenere il visitatore sul sito provate a:

  • ridurre o eliminare i banner;
  • rinunciare alle finestre pop-up;
  • visualizzare sottomenu, categorie o tag su tutte le pagine;
  • mettere bene in vista le pagine chi siamo e contatti;
  • inserire pulsanti call to action;
  • se blog, visualizzare gli articoli correlati in fondo ai post.

Ripartire dall’obiettivo

L’obiettivo di un sito non è trattenere a lungo il visitatore ma convincerlo a contattarci per informazioni o preventivi, a iscriversi alla newsletter o almeno a seguirci sui social media. E fare un’ottima impressione, valorizzare il nostro marchio ed essere memorabile.

Se la durata media della visita è di pochi secondi significa che il sito respinge i visitatori come se fosse un tappeto elastico.

Rinnovate la grafica e curate i contenuti: soprattutto per il siti aziendali meglio pochi testi ma davvero buoni e se non l’avete ancora fatto rivolgetevi a un professionista.

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